S: “Il 26 aprile del 1956 una gru imbarcò su una vecchia petroliera attraccata a Newark cinquantotto cassoni di autocarro in alluminio. Cinque giorni dopo, la Ideal-X attraccò a Houston, dove altrettanti camion aspettavano di prendere in carico i cassoni per portarli a destinazione. Fu l’inizio di una rivoluzione.” Così Marc Levinson, editorialista dell’Economist, descrive la forza di un’idea che ha scompaginato l’economia mondiale, un’intuizione che ha fatto del giovane autotrasportatore americano Malcom McLean il promotore di un grande cambiamento. Seduto sulle banchine di Jersey City, nella noia dell’attesa che le merci fossero scaricate e ricaricate sui suoi camion, una ad una, ebbe una folgorazione imprenditoriale: capì che “il vero business delle compagnie di trasporti non era gestire navi, ma spostare merci” e l’impiego del container avrebbe fatto risparmiare tempo e danaro. Le conseguenze furono tante e per lo più inattese; venne dato un nuovo volto alle reti portuali, vennero stravolte le filiere di produzione ed eliminata molta della manodopera negli scali e nella logistica. Un semplice scatolone metallico  – The Box  – fu la prima vera Disruptive Technology.

C: Una Tecnologia Dirompente è in grado di rivoluzionare il mondo per come lo conosciamo. Secondo un Rapporto del WTO ci stiamo incamminando verso un’era di grandi innovazioni che potrebbero avere un impatto significativo sul Commercio Internazionale. Internet of Things (IoT), Intelligenza Artificiale (AI), Stampa 3D, Big Data e Blockchain hanno il potenziale di operare profonde trasformazioni. Sfruttare le Disruptive Technologies per ottimizzare i processi potrebbe, dunque, avere un impatto importante sul commercio transfrontaliero e sulle catene di approvvigionamento. Pensiamo, ad esempio, alle Autorità Doganali ed alla loro crescente necessità di gestire, controllare, trasmettere e condividere con altre autorità e con gli stakeholder, una serie nutrita di informazioni. Grazie alla Blockchain sarà possibile raggiungere elevati livelli di efficienza ed efficacia.

S: Ma cos’è la Blockchain? Si tratta di un vero e proprio registro digitale, decentralizzato e distribuito, all’interno del quale le transazioni vengono immagazzinate in maniera permanente e verificabile utilizzando varie tecniche crittografiche. Le registrazioni vengono combinate in blocchi (block) tra loro collegati a formare lunghe catene (chain) di dati, condivisi tra tutti i partecipanti alla rete e marcati temporalmente in modo tale che non possano più essere modificati. Nata dalla mente di Satoshi Nakamoto nel 2008 fu la tecnologia che contribuì alla creazione e diffusione delle criptovalute e che oggi vanta applicazioni che spaziano dalla contraffazione alla tutela dei diritti di proprietà intellettuale, dalle votazioni alla tracciabilità delle filiere, dalla finanza all’e-commerce. La storia dell’economia mondiale è stata sempre intimamente legata al progresso tecnologico e la Blockchain può dare al commercio un impulso nuovo e, come all’epoca della diffusione del container, inatteso.

C: L’impiego di questa nuova tecnologia garantisce maggiore trasparenza, immutabilità ed accessibilità delle informazioni ed una elevata qualità dei dati e potrà traghettare i settori dei trasporti, dell’operatività doganale e della logistica verso una nuova forma di commercio “paperless” assicurando parallelamente risultati performanti in termini di gestione dei rischi, riscossione dei dazi e facilitazioni. Ad oggi la documentazione cartacea costituisce ancora lo “strumento” del commercio internazionale, come provato da un curioso esperimento ideato nel 2014 dalla compagnia Maersk che decise di monitorare un container di rose ed avocado nel suo viaggio via mare dal Kenya all’Olanda con l’obiettivo di evidenziare il dedalo di interazioni fisiche e la mole di documentazione generata da una singola spedizione. 30 furono i principali attori coinvolti, più di 100 le persone; la merce impiegò per raggiungere la destinazione finale circa 34 giorni, di cui 10 spesi in attesa che venissero elaborati i documenti di viaggio, uno dei quali scomparve e fu rintracciato solo successivamente in mezzo ad una pila di fogli (Park, 2018). Sfruttando le potenzialità della Blockchain molte di queste criticità potrebbero essere risolte ed i tempi dimezzati grazie allo sviluppo di una piattaforma condivisa all’interno della quale tutti gli attori della supply chain possano interagire, incluse le banche e le autorità di controllo, ed i documenti possano essere creati e trasmessi senza essere corrotti o modificati.

S: Un’altra innovativa funzionalità della Blockchain è la possibilità d’integrare nel flusso di dati i cosiddetti Smart Contracts. Si tratta di programmi informatici che si auto-eseguono al verificarsi di determinate condizioni senza che si renda necessario l’intervento di un soggetto terzo. Nella realtà non sono “smart”, perché non incorporano alcuna componente artificialmente intelligente, né tantomeno “contracts” nel senso legale del termine. Prevedono, tuttavia, la possibilità di acquisire dati al di fuori della blockchain, tramite gli Oracoli, dei dispositivi che possono interagire con l’ambiente esterno e trasmettere una serie di input. Uno smart contract assicurativo potrebbe, ad esempio, avere come oracolo un sensore di temperatura applicato all’interno di un container refrigerato. A fronte di un aumento immotivato dei gradi il contratto potrebbe attivarsi inviando telematicamente la richiesta di ispezione fisica per verificare la corretta conservazione del prodotto. Anche gli oracoli e l’utilizzo che se ne può fare rappresentano una Tecnologia Dirompente ed innovativa che rientra nell’ambito dell’IoT – Internet delle Cose, un sistema di oggetti fisici connessi alla rete Internet in grado di raccogliere e scambiare dati, come nel caso della domotica.

C: L’impiego della Blockchain nel commercio internazionale ha riscontrato, soprattutto nell’ultimo periodo, un significativo incremento di interesse ed il WCO ha recentemente pubblicato un illuminante Studio che ne mette in risalto le potenzialità e le principali criticità. Se da un lato, infatti, molte compagnie hanno implementato sistemi che impiegano questa tecnologia per certificare l’origine dei prodotti, la loro tracciabilità e sicurezza, la catena del valore, la sostenibilità, l’emissione di gas serra causata dalla produzione e la documentazione commerciale, dall’altro non bisogna dimenticare una serie di problematiche fondamentali. La mancanza di standard tecnici di riferimento, l’eccessiva onerosità, la necessità di gestire una mole significativa di dati, la difficile interazione tra diverse piattaforme sono solo alcuni degli ostacoli da affrontare.

Ma l’alba delle Disruptive Technologies è già arrivata e con tutto il suo calore ha inondato di novità il nostro mondo di radicate certezze, lasciandoci smarriti. Secondo Levinson in queste situazioni la regola migliore è “aspettarsi l’inaspettato”.

S: Nessuno aveva previsto che la containerizzazione avrebbe dato il via ad una serie di cambiamenti epocali. Una Scatola ha cambiato il mondo per com’era, ora l’Intelligenza Artificiale, la Blockchain, l’IoT cambieranno il nostro ancora una volta. Non resta, dunque, che abbracciare l’inaspettato, cercando sempre di trovare nuove prospettive, “pensando fuori dalla scatola”.

Claudia Composta

Silvia Taroni

Laureata in economia e commercio, Doganalista iscritta all’Albo Professionale dal 1998, è consulente in materia doganale.

Ha fondato con la sorella Francesca Composta, anche lei doganalista iscritta all’Albo professionale, il Cad Mantova, che annovera tra i propri clienti aziende di significativa importanza.

È stata consigliere del Consiglio Territoriale dei doganalisti della Lombardia, dell’Associazione degli spedizionieri doganali di Milano, di Assocad ed attualmente è membro del Comitato consultivo di Assocad

Doganalista, Laureata in Ingegneria Civile è Membro della Commissione di Studio Tariffa Doganale e Misure Associate alla Taric del Consiglio Nazionale Spedizionieri Doganali.
Socio dello Studio Taroni Srl con sede in Interporto-Bologna.