Per l’incorporazione di uno Stato estraneo all’Unione, questo deve rispettare una serie di condizioni economiche e politiche conosciute come criteri di Copenaghen. Nello specifico, i Paesi candidati, oltre a dover essere situati geograficamente in Europa, devono presentare: istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani e il rispetto delle minoranze; un’economia di mercato funzionante e la capacità di fronteggiare la competizione e le forze del mercato all’interno dell’Unione;

la capacità di sostenere gli obblighi derivanti dall’adesione, inclusi l’adesione all’unione politica, economica e monetaria.

Geografia

Il territorio degli Stati membri copre una superficie di 4.423,147 km², facendo dell’Unione europea la settima entità mondiale per estensione.

Il Monte Bianco con i suoi 4.810,45 metri d’altezza sul livello del mare è il punto più alto dell’Unione, mentre le zone più basse sono il Lammefjorden in Danimarca e lo Zuidplaspolder nei Paesi Bassi, entrambi a 7 metri sotto il livello del mare.

Il paesaggio, il clima e l’economia dell’UE sono influenzati dall’estensione costiera dell’Unione, che è la seconda al mondo, dopo il Canada, con quasi 66.000 chilometri di lunghezza.

L’Unione europea confina con 21 entità indipendenti condividendo con questi 12.441 chilometri di frontiere esterne.

La maggior parte del territorio è situata all’interno dell’Europa geografica continentale o su isole geograficamente europee, ma dell’Unione europea fanno parte a pieno titolo anche alcuni territori che si trovano al di fuori del continente, come le Canarie, le Azzorre, la Guadalupa, la Guyana Francese e l’Isola della Riunione; tali territori vengono classificati come regioni ultraperiferiche.

Non fanno parte invece dell’Unione Europea, pur appartenendo a stati membri e avendo di conseguenza uno speciale rapporto con essa, determinati paesi e territori d’oltremare, come la Groenlandia, la Nuova Caledonia, la Polinesia francese e Curaçao, nonché le Isole Far Oer, che pure sono situate all’interno dell’Europa fisica.

Comprendendo anche i territori d’oltremare della Francia al di fuori del continente europeo ma che sono membri dell’Unione, l’UE sperimenta la maggior parte dei tipi di clima dall’Artico (nord-est Europa) al tropicale (Guyana francese).

Tuttavia la maggior parte della popolazione vive in aree con un clima marittimo temperato – Europa nord-occidentale ed Europa centrale, un clima mediterraneo – Europa meridionale o un caldo clima continentale o emiboreale estivo – Balcani settentrionali ed Europa centrale.

Stati membri

Attraverso successivi allargamenti, l’Unione europea è passata dai sei Stati fondatori – Belgio, Francia, Germania occidentale, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi – agli attuali 27.

I Paesi aderiscono all’Unione diventando parte dei trattati istitutivi, sottoponendosi quindi ai privilegi e agli obblighi dell’adesione all’UE.

Ciò comporta una delega parziale della sovranità alle istituzioni in cambio della rappresentanza all’interno di tali istituzioni, una pratica spesso definita come “messa in comune della sovranità”.

Per diventare membro, un Paese deve soddisfare i criteri di Copenaghen, definiti nella riunione del Consiglio europeo di Copenaghen del 1993. Ciò richiede una democrazia stabile che rispetti i diritti umani e lo Stato di diritto; un’economia di mercato funzionante e l’accettazione degli obblighi di adesione, incluso il diritto dell’UE. La valutazione del rispetto da parte di un Paese dei criteri è di competenza del Consiglio europeo. L’articolo 50 del trattato di Lisbona fornisce la base affinché un membro lasci l’Unione. Due territori hanno lasciato l’Unione: la Groenlandia – una provincia autonoma della Danimarca – si è ritirata nel 1985; il Regno Unito ha formalmente invocato l’articolo 50 del trattato consolidato sull’Unione europea nel 2016 ed è diventato il primo Stato sovrano a lasciare l’unione quando si è ritirato dall’UE nel 2020.

Otto sono i Paesi riconosciuti come candidati per l’adesione: Albania, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia, Turchia, Ucraina, Moldavia e Bosnia ed Erzegovina L’Islanda ritirò formalmente la domanda di adesione nel 2015, dopo aver sospeso i negoziati nel 2013.

Il Kosovo e la Georgia sono ufficialmente riconosciuti come potenziali candidati.

I quattro Paesi che formano l’Associazione europea di libero scambio – AELS – non sono membri dell’UE, ma si sono parzialmente impegnati nell’economia e nei regolamenti dell’UE: Islanda, Liechtenstein e Norvegia, che fanno parte del mercato unico attraverso lo spazio economico europeo e la Svizzera, che ha legami simili attraverso i trattati bilaterali. Le relazioni tra i microstati europei, Andorra, Monaco, San Marino e Città del Vaticano includono l’uso dell’euro e altre aree di cooperazione.

Da marzo 2020 l’Unione europea conta 27 Stati membri: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. L’Unione è cresciuta da un nucleo di sei Paesi fondatori dell’allora Comunità economica europea e si è espansa includendo progressivamente la maggioranza degli Stati sovrani europei fino ad arrivare alla precedente configurazione, durata quasi 7 anni – dal 1º luglio 2013 al 31 gennaio 2020.

A seguito della Brexit, il 31 gennaio 2020 a mezzanotte il Regno Unito è uscito dall’Unione europea ed è equiparato a un Paese terzo.

Il periodo transitorio, il cui scopo era quello di offrire più tempo a cittadini e imprese per adeguarsi alla nuova situazione, si è concluso il 31 dicembre 2020.