Il forte incremento delle operazioni internazionali, l’evoluzione digitale, la crescente complessità del quadro regolatorio dei prodotti e la necessità di un coordinamento più stretto tra le Dogane europee sono alla base del progetto di riforma del sistema doganale dell’Unione europea. Il 17 maggio scorso, la Commissione europea ha presentato un ambizioso progetto di riforma che prevede l’integrale riscrittura delle regole contenute nel codice doganale europeo, mandando in quiescenza il codice attuale, approvato nel non troppo lontano 2013.
Il nuovo codice prevede un ulteriore potenziamento della dimensione digitale dei processi doganali, con l’obiettivo di semplificare e razionalizzare gli obblighi di dichiarazione doganale, a vantaggio, soprattutto, degli operatori commerciali. La riforma prevede un nuovo centro doganale digitale europeo, ossia una piattaforma online che consentirà alle imprese, che intendono introdurre merci nell’Unione, di registrare tutte le informazioni inerenti i prodotti da importare.
Dal punto di vista del coordinamento delle dogane europee, il progetto di riforma prevede un nuovo soggetto istituzionale, la Dogana dell’unione europea, con l’obiettivo di superare la frammentazione attuale, che assegna a 27 autorità doganali europee l’applicazione delle regole comuni, senza un reale coordinamento da parte di Bruxelles.
La spinta alla digitalizzazione delle procedure doganali non deve far pensare, tuttavia, che vendere all’estero o acquistare dall’estero implichi soltanto adempimenti procedurali fortemente standardizzati e dunque privi della necessità di adeguato approfondimento e considerazione. Al contrario, operare con l’estero continua a essere un’attività estremamente vantaggiosa ma complessa, che richiede competenze nel settore della contrattualistica internazionale e delle regole fondamentali inerenti le merci: la loro classificazione merceologica, l’origine doganale, la possibilità di utilizzare la marcatura “made in Italy”, le regole relative all’export control e al dual use. In altri termini, se l’interfaccia con la Dogana è oggi molto semplificato dal punto di vista informatico, d’altro lato si sono spostate sul versante delle imprese molte forme di responsabilizzazione sui prodotti e sul rispetto della normativa doganale sostanziale. Un esempio è rappresentato dall’esportatore autorizzato e registrato, ossia imprese che autocertificano l’origine preferenziale del prodotto esportato, senza più necessità dell’emissione di un certificato da parte delle autorità doganali. Maggiori vantaggi, ma maggiori responsabilità.
Tra i soggetti coinvolti nella riforma figura l’operatore economico autorizzato (AEO). Attualmente in Italia vi sono 1.681 soggetti AEO (dati aggiornati al 27 luglio 2023). Un numero ancora inferiore rispetto a quello di altri Paesi UE, come la Germania, dove attualmente si registrano 6.391 autorizzazioni AEO.
Con la relazione n. 13/2023, la Corte dei Conti europea analizza il programma AEO ed evidenzia come gli operatori economici autorizzati assumano una funzione centrale nello svolgimento delle attività doganali.
L’autorizzazione AEO è una certificazione internazionale che consente alle imprese di accedere a notevoli semplificazioni nello svolgimento di operazioni doganali e, inoltre, attesta l’elevata competenza e professionalità dei soggetti autorizzati. La Corte dei Conti europea rileva come il programma AEO faciliti i flussi commerciali e produca un miglioramento nell’efficienza delle imprese e delle Dogane.
Il programma AEO è attuato dagli Stati membri, le cui autorità doganali sono responsabili del rilascio e della gestione delle autorizzazioni AEO nell’Ue. Le autorità doganali degli Stati membri possono concedere lo status di AEO a qualsiasi operatore economico stabilito nel territorio doganale dell’Unione europea, se soddisfa determinati criteri: conformità alle norme doganali e fiscali; tenuta dei registri; solvibilità finanziaria; competenza nella gestione e nell’applicazione della normativa doganale. Tra i benefici riconosciuti ai soggetti AEO vi sono: minori controlli, notifica preventiva in caso di selezione per il controllo sulle merci, trattamento prioritario (lo svolgimento delle verifiche avviene prioritariamente sui prodotti dei soggetti autorizzati), accesso più facile alle semplificazioni doganali (es. dichiarazione semplificata, esonero dall’obbligo di presentazione delle merci in Dogana) oltre a numerosi benefici indiretti (i cui effetti sono riconducibili all’ambito operativo e commerciale dell’impresa).
Il progetto di riforma introduce, inoltre, un gruppo specifico di operatori “Trust & Check”. Si tratta di un sistema che rafforza i vantaggi e il ruolo dell’attuale figura dell’operatore economico autorizzato. Gli operatori Trust and Check dovranno soddisfare diversi criteri: non dovranno aver commesso alcun reato, dovranno attuare un elevato livello di controllo delle loro operazioni e della catena di fornitura e dovranno fornire la prova di solvibilità finanziaria. Essi dovranno anche fornire reali dati temporali relativi al trasporto delle loro merci e la prova della loro conformità a tutti i relativi requisiti tramite l’utilizzo del centro dati doganali dell’UE.
Se sono soddisfatte tali condizioni, gli operatori Trust and Check potranno importare merci senza bisogno di un intervento doganale attivo, controllare autonomamente la conformità delle loro merci e pagare i dazi periodicamente, senza presentare dichiarazioni doganali per ogni spedizione.
Il tema dell’AEO mette al centro la capacità delle imprese di sapersi muovere sui mercati internazionali, anche attraverso professionalità, all’interno dell’azienda, che conoscono gli elementi fondamentali del diritto doganale.
Anche la riforma valorizza l’importanza della formazione e del costante aggiornamento, anche attraverso i Corsi che assicurano il conseguimento della qualifica di Responsabile delle questioni doganali aziendali AEO.
Laureata in Giurisprudenza nel 1993, con lode e la dignità di stampa, iscritta all’Ordine degli Avvocati di Genova dal 1996, conseguendo 300/300 all’esame finale, ha esercitato, dal 1993 al 2008, attività professionale con il prof. Victor Uckmar, per il quale ha svolto per diversi anni attività di ricerca e didattica in diritto tributario presso l’Università di Genova
Nel 2008 ha fondato lo Studio Armella & Associati, con sedi in Milano e Genova, indicato dalla rivista Forbes tra “Le 100 eccellenze del legal in Italia” e dalla rivista Top legal tra i migliori studi di diritto tributario. Lo Studio è tra i fondatori e unico membro italiano di Green lane, associazione internazionale di studi professionali indipendenti, specializzata in dogane e diritto del commercio internazionale
Membro della Commissione di esperti in materia doganale, nominata dal Vice Ministro delle finanze on.le Maurizio Leo per l’attuazione della riforma fiscale (decreto n. 99/2023)
Presidente della Commissione Dogane & trade facilitation della Sezione Italiana della International Chamber of Commerce e delegato italiano presso la Commission on Customs and trade facilitation della ICC di Parigi
Docente di diritto doganale presso Università Bocconi, Università Statale di Milano e La Sapienza di Roma in Master e Corsi post universitari, professore a contratto presso ICE