L’evoluzione della normativa doganale europea tende sempre più ad una semplificazione formale degli adempimenti doganali, alla completa smaterializzazione dei documenti fino all’abolizione di una vera e propria dichiarazione doganale e chi ha partecipato al recente evento Anasped non può che averne tratto le ovvie conclusioni.

Spariranno quindi i dichiaranti doganali? Penso proprio di no innanzitutto perché tutte queste innovazioni sono tarate per aziende grandi o almeno medio-grandi e il tessuto produttivo italiano è costituito da realtà piccole o medie, ma soprattutto perché alla semplificazione documentale si contrappone una maggiore complessità normativa che richiederà un sempre più necessario contributo professionale che solo i doganalisti saranno in grado di fornire. Inoltre un quadro politico ed economico mondiale estremamente instabile rende molto incerta la possibilità che le innovazioni in fase di introduzione e operative in un arco temporale abbastanza lungo mantengano la loro adeguatezza e l’attuale revisione del CDU effettuata dopo relativamente poco tempo ne è la dimostrazione.

Però ci sono innovazioni il cui effetto è irreversibile e mi riferisco ad esempio alla informatizzazione, all’intelligenza artificiale, al sempre maggiore scambio di informazioni e dati che è alla base delle semplificazioni per cui quello che rischia di sparire è la vecchia figura dello spedizioniere doganale e non uso a caso il nome tradizionale, occorrerà sapere e potere inserirsi nella catena logistica informatica, dialogare a livello europeo (presumibilmente in inglese) con il centro dati e la nuova autorità doganale europea ed essere collegati dal punto di vista informatico con le aziende, ma soprattutto sarà necessario un grande sforzo di crescita professionale per poter essere quel punto di riferimento di cui ogni operatore economico, dal più piccolo al più grande, avrà bisogno, per poter essere nell’ottica della delega parziale delle attività delle dogane che il nuovo codice sembra delineare, il nodo di sicurezza per aziende e amministrazioni pubbliche.

In quest’ottica il Consiglio Nazionale ha promosso, con un notevole sforzo organizzativo ed economico, il primo di quello che vuole essere una serie di percorsi formativi di alto livello per permetterci di raggiungere quella qualità professionale che sola garantirà il nostro futuro.

Saranno percorsi riservati a doganalisti e tirocinanti e contiamo su una larga partecipazione dei giovani, ma faranno molto bene anche ai meno giovani e a coloro che pensano di sapere.

Come in tutte le innovazioni abbiamo di fronte un rischio e un’opportunità, sta a noi evitare il primo e cogliere la seconda. prospettive