Carissimi colleghi,

come ormai tutti saprete il presidente Enrico Perticone ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni dalla carica per motivi personali e il consiglio ha scelto di affidare a me questa non facile incombenza.

Le dimissioni di Enrico sono state una grande perdita per la nostra professione non solo per il prestigio e la stima di cui gode, ma soprattutto per la sua capacità non comune di avere una visione di ogni aspetto dei problemi che il Consiglio Nazionale ha dovuto affrontare.

Non nascondo che ho avuto molte esitazioni ad accettare per una serie di motivi tra cui scarsa propensione a ricoprire cariche, età non più verde ed eredità molto difficile, infine con un misto di senso di responsabilità e incoscienza ho deciso di aderire al fine di traghettare, senza scosse, il Consiglio Nazionale fino alla fine della consiliatura.

E’ molto pesante ricoprire questa carica dopo due personaggi come Gianni De Mari ed Enrico Perticone, due persone eccezionali per carisma, qualità personali e professionali, due persone molto diverse per storia, carattere e visione del futuro, ma entrambe dotate di grande personalità che hanno fortemente influenzato il Consiglio e l’intera categoria, due persone a cui mi lega una sincera amicizia, ma con cui non posso confrontarmi. Per fortuna mia, ma soprattutto della professione Enrico è rimasto nel consiglio e Gianni è sempre attivo e presente nel nostro mondo con i suoi suggerimenti e consigli.

Da parte mia posso solo garantire il mio massimo impegno con l’indispensabile e determinante aiuto di tutti i consiglieri per portare avanti e possibilmente a termine le iniziative in corso per rafforzare e migliorare la nostra posizione incrementando la collaborazione e le sinergie con le associazioni, elemento centrale e indispensabile del nostro mondo, intensificando i contatti con ADM, nostra indispensabile controparte, ricercando quella collaborazione e quella cooperazione che avevamo in passato.

I problemi, come tutti sapete, sono molti: da quelli pratici dovuti alle innovazioni in corso e future, alla necessità di caratterizzare, diversificare e incrementare la nostra professione, allo sforzo di divulgazione agli operatori economici della centralità e importanza della nostra professionalità troppo spesso ignorata anche perché prestata non direttamente, ma attraverso intermediari più interessati alla rapidità che alla qualità del servizio reso.

Malgrado le inquietanti affermazioni di alcune Cassandre sono fermamente convinto che, pur se stiamo attraversando un periodo negativo, ci possa essere un futuro e anche un futuro luminoso per la nostra professione, una convinzione che non deriva da banale ottimismo, ma dalla sempre maggiore complessità e responsabilità insite nelle dichiarazioni doganali anche in funzione di una inversione nelle politiche commerciali internazionali. A fronte di una apparente banalizzazione delle dichiarazioni doganali rese visivamente più semplici fino ad arrivare alla loro dematerializzazione si contrappone un continuo allargamento della quantità e complessità di ambiti sottoposti al controllo doganale con importanti conseguenze fiscali, amministrative e giuridiche talvolta con risvolti penali anche gravi.

Naturalmente non tutto dipende da noi, la qualità e l’importanza della nostra attività sono complementari a quelle delle dogane dell’Unione, ma l’omogeneizzazione dei criteri di rischio, delle sanzioni, delle verifiche verso cui sembra che la Commissione sia indirizzata dovrebbero migliorare la situazione e, a lungo termine, anche la politica di apertura della rappresentanza con conseguente inevitabile abbassamento della qualità ispirata dai prevalenti stati del nord Europa, in controtendenza rispetto alle più importanti economie mondiali, dovrà arrendersi all’evidenza. Il nostro compito sarà di incrementare e allargare la formazione per differenziarci da altre figure operanti nel settore e per essere pronti a cogliere e sfruttare le opportunità che ci saranno offerte.