Fateci caso, se ci chiedessero di assegnare la palma alle parole più gettonate nell’attuale dibattito economico, sociale e culturale, con molta probabilità digitalizzazione, resilienza e sostenibilità conquisterebbero un posto nella nostra top five.

Quale che sia l’ambito di confronto, che si tratti di pubblico o privato, non v’è progetto di sviluppo o prospettiva di trasformazione che non fondi su tre premesse costanti: digitalizzazione dei processi e dematerializzazione documentale, resilienza intesa come auspicio ad affrontare positivamente il cambiamento uscendone rafforzati, sostenibilità del programma, in termini tanto ambientali quanto economici.

Nel solco di questa linea di tendenza tipica dei nostri tempi Il Doganalista non si sottrae alla sfida e presto si trasformerà in formato completamente digitale. Beninteso non lo farà per assecondare una moda del momento, ma consapevole che le potenzialità offerte dal nuovo standard consentiranno di poterne usufruire in maniera polivalente e moderna, sfruttando al meglio le possibilità che la tecnologia digitale mette a nostra disposizione: ricerche incrociate negli archivi attraverso parole chiave, archiviazioni personalizzate, indicizzazioni sul web, salvataggio degli articoli di maggiore interesse; e perché no, sarà possibile anche sfogliarlo semplicemente in maniera digitale attraverso un’interfaccia molto accattivante.

Lo farà ovviamente con tutta la fierezza che proviene dal suo passato e della sua storia, in altre parole in maniera resiliente, massimizzando le utilità che la digitalizzazione consente ma senza per questo rinunciare ai suoi tratti distintivi, a partire dalla sua bellissima veste grafica (non ringrazierò mai abbastanza per questo il formidabile staff redazionale) che ne fa un unicum nel panorama delle riviste professionali di settore e lo rende così piacevole da leggere; lo farà infine con un occhio alla sostenibilità, attento all’ambiente ed all’equilibrio dei costi.

Non si tratta peraltro di una scelta semplice né di un passaggio indolore, a partire dall’aspetto squisitamente affettivo. Ciascuno di noi ha un legame molto personale con Il Doganalista, che è fatto immagino anche di ricordi personali, di aneddoti e di curiosità, di articoli appuntati e sottolineati, di momenti particolari della nostra vita professionale, di odore di carta e inchiostro che continua personalmente a rapirmi. Tuttavia anche nella perenne alternanza tra ragione e sentimento sono certo che sapremo tutti sin da subito cogliere i vantaggi del nuovo formato, accedendovi secondo le nostre preferenze da PC, da tablet, da smartphone ed apprezzandone le incredibili potenzialità, continuando nel contempo a contare su una veste grafica, ancor più curata, che non ci farà indulgere troppo alla nostalgia.

Per una singolare coincidenza nei tempi che giudico molto evocativa, il passaggio de Il Doganalista alla versione full digital avverrà in concomitanza con l’applicazione dei nuovi tracciati digitali import che comporteranno il superamento della bolletta doganale così come è indelebilmente impressa nella nostra memoria; con le dichiarazioni di tipo H (import) e poco più in là nel tempo quelle di tipo B (export) ci ritroveremo fatalmente poco per volta a pensare in termini di data set e non più di campi del DAU. Questa originale simmetria nondimeno si innesta in un percorso ideale che già dal 2017 (con l’introduzione del Trader Portal e del Customs Decision System) ci vede proiettati verso una dimensione sempre più digitale.

Dicevo dunque di un prodotto che si rinnoverà nella forma ma resterà fermamente ancorato a contenuti e valori che ci provengono da una tradizione editoriale di tutto rispetto; Il Doganalista, rivista giuridico economica di commercio internazionale, è una testata registrata dal 1985 e negli anni, grazie al lavoro incessante di una squadra eccezionale, ai contributi di editorialisti prestigiosi ed alle illuminate intuizioni di Giovanni De Mari e di Walter Orlando, si è consolidata con grande autorevolezza nel panorama delle riviste professionali.

Non parliamo solo di uno strumento di consultazione o di aggiornamento, Il Doganalista è molto di più, è qualcosa di veramente identitario che riflette la nostra immagine professionale e contribuisce a farci sentire appartenenti ad una comunità di professionisti e di professioniste.

Spero che questa transizione verso una versione più smart (rifuggo in linea di principio dagli anglicismi ma questa volta forzo la mia inclinazione) colga l’interesse ed il favore di tutti noi.

Buon lavoro Direttore!

 Enrico Perticone

Doganalista iscritto dal 1989 all’Albo professionale degli Spedizionieri doganali di cui è stato Presidente dal 2020 al 2022.

Amministratore di Perticone srl, società attiva dal 1977 nel settore dei servizi doganali, è professore a contratto, titolare della cattedra di Merceologia Doganale presso la Facoltà di Economia dell’Università di Pescara e componente del Gruppo di revisione Incoterms® di ICC Italia.

Svolge ampia attività seminariale e di docenza presso diversi enti e soggetti istituzionali. È autore di numerose pubblicazioni in materia doganale