Nel corso degli anni abbiamo più volte manifestato l’opinione che la nostra professione, inizialmente concepita per l’esercizio della rappresentanza in dogana del proprietario delle merci, dovesse necessariamente indirizzarsi verso la prestazione di consulenza doganale, fiscale, nonché in tutte le materie connesse al commercio internazionale.

Verso la fine del secondo millennio furono infatti realizzati numerosi eventi per garantire agli iscritti all’Albo una formazione secondo questi indirizzi.

Le prime sensazioni, le definiremmo intuizioni, acquisivano sempre più consapevolezza in un numero crescente di spedizionieri doganali che percepivano la necessità di iniziare un nuovo percorso e accettare una nuova sfida.

Alle  esigenze di rinnovamento aveva in gran parte contribuito la realizzazione del mercato interno quando, nel 1992, l’abolizione delle formalità doganali negli scambi tra i Paesi aderenti alla comunità economica europea, aveva provocato il crollo verticale delle occasioni di lavoro per gran parte della categoria.

Da quel momento, come dicevamo, furono realizzati una serie di eventi formativi ma diventava sempre più incessante il movimento di opinione che culminò nell’approvazione della Legge 25 luglio 2000, n. 213 che identificò nel doganalista la figura che era stata sin dall’inizio concepita.

L’articolo 9 della legge infatti definisce quella figura: “gli spedizionieri doganali iscritti negli albi professionali, istituiti con legge 22 dicembre 1960, n. 1612, quali esperti nelle materie e negli adempimenti connessi con gli scambi internazionali, sono anche definiti doganalisti”. Non una semplice innovazione terminologica quindi, ma un progetto volto a proiettare la nostra professione oltre la rappresentanza in dogana.

Dal 2000 ad oggi tra tante difficoltà sono stati compiuti notevoli progressi, quali la formazione a distanza (FAD) assicurata agli iscritti ed ai tirocinanti con la realizzazione di una piattaforma invidiata ed utilizzata anche da altri Ordini professionali.

Inoltre è sempre stato più curato il nostro periodico “il Doganalista”, organo apprezzato per la sua veste editoriale e per i contenuti tecnici da una platea sempre crescente di lettori.

Alcuni provvedimenti legislativi hanno aperto squarci sempre più grandi verso nuovi orizzonti: ci riferiamo alla legge delega per la riforma del testo unico delle disposizioni legislative in materia doganale (TULD), alla legge 8 novembre 2021, n. 163, recante disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti con la quale si introducevano semplificazioni per l’accesso all’Albo, e prima ancora al DPR 137/2012.

Con il predetto  DPR 137/2012 il Consiglio Nazionale degli spedizionieri doganali, con proprie delibere, aveva sistemato una serie di vuoti e criticità provocati dall’inconcepibile abrogazione del Decreto Ministeriale 10 marzo 1964 recante le norme di applicazione della Legge 22 dicembre 1960, n. 1612, istitutiva della professione.

Il nostro Consiglio Nazionale aveva colto tutte le occasioni offerte.

Aveva partecipato attivamente, su invito dell’Agenzia delle Dogane, alla stesura del provvedimento di riforma del TULD; purtroppo la legge delega è scaduta e riteniamo sia utile provvedere all’abrogazione di tutte le norme in conflitto con il codice doganale dell’unione (CDU),  rinviando ad altro provvedimento la riforma delle sanzioni amministrative sempre più frequentemente criticate da sentenze giurisprudenziali nazionali e della Corte di Giustizia.

La partecipazione ai lavori per la stesura del nuovo testo unico  ha posto in evidenza la necessità di intervenire sulle norme per  l’accesso alla professione di spedizioniere doganale.

Il  Consiglio Nazionale aveva elaborato un progetto professionale complessivo che prevedeva  la riforma dell’ordinamento, l’organizzazione territoriale degli organi periferici e l’accesso alla professione, conferendo l’incarico ad un legale specializzato nel settore.

Non sempre avevamo le idee chiare anche perché numerosi iscritti continuavano a concentrarsi sulla rappresentanza in dogana, avevamo però acquisito la consapevolezza che dovevano essere intensificati i contatti con l’ADM e le Università per risolvere innanzitutto il problema dell’accesso alla professione. Il Consiglio Nazionale si concentrò su questi due obiettivi.

All’atto dell’insediamento del nuovo Direttore dell’ADM Prof. Marcello Minenna gli manifestammo con entusiasmo il nostro interesse per la creazione di una scuola  di formazione e specializzazione in materia doganale aperta a professionisti e funzionari della pubblica amministrazione.

I tempi necessari per l’elaborazione del progetto, la necessità di trovare sostenitori e definire le modalità di accesso e partecipazione, l’emergenza Covid poi, non hanno permesso che il progetto venisse realizzato.

Nel frattempo però il Consiglio Nazionale, nel dicembre 2019 aveva sottoscritto un accordo quadro con l’Università degli studi di Roma Unitelma Sapienza per realizzare forme integrate e di collaborazione scientifica e didattica formativa per gli spedizionieri doganali, i loro tirocinanti e i cultori delle materie doganali.

La regia e il coordinamento di tale accordo quadro fu affidata al Prof. Giordano.

Purtroppo anche questa iniziativa ha subito rallentamenti a seguito dell’emergenza Covid e soltanto in data 9 dicembre 2021 è stato perfezionato un accordo integrativo tra l’Università Unitelma Sapienza e l’ADM, sottoscritto dal rettore Prof. Antonello Falco Biagini e dal Direttore Generale ADM Prof. Marcello Minenna: un accordo integrativo per la gestione su piattaforma e-learning di un master di primo livello in “logistica multimediale: dogane e commercio estero”.

Fortuna adiuvat audaces: mai come in questo caso la locuzione e più appropriata, infatti nel 2021 la legge di riforma dell’accesso alle professioni ha reso concrete le nostre intuizioni prevedendo che un master in materia doganale possa rendere abilitante  una laurea in materia economica e giuridica e costituire valido titolo di accesso all’Albo.

Il master lo abbiamo ottenuto, occorre stabilire quegli opportuni contatti e avviare le iniziative necessarie affinché l’articolo 6 della legge 163/2021, che prevede norme transitorie per alcune professioni, possa essere applicato per l’accesso all’Albo agli spedizionieri doganali.

Auspichiamo che il termine dell’emergenza Covid che ha rallentato tutte le iniziative rendendo difficile qualsiasi forma di dialogo, possa permettere di raggiungere i nuovi obiettivi: questa la nuova sfida!