Creatività, gemellaggio fra junior & senior e non solo

L’evento si conclude con l’intervento di Enrico Perticone, Doganalista e professore di merceologia doganale. Ispirato dalla presenza dei molti giovani presenti in sala, fa una entrata d’effetto, sulle note di Bruce Springsteen con sottofondo ed immagini della ballata “The Ghost Of Tom Joad”.

Racconta che Tom Joad è il protagonista del romanzo “The Grapes Of Wrath” dove si narra l’epopea dei contadini americani obbligati a scappare dalle campagne dell’Oklahoma, per cercare fortuna in California. Questo a causa sia dell’avvento industriale dell’uso del trattore, sia a causa delle speculazioni bancarie.

Usa questa metafora del trattore che rompe i parametri della nostra realtà, rispetto alla digitalizzazione e ad un modo diverso di guardare il futuro, idealmente, attraverso AnaspeDoganaGiovani.

La digitalizzazione e l’innovazione deve essere usata come promozione della nostra attività, senza paura dei cambiamenti ma approfittando dei nuovi scenari, tramite dialoghi che sino ad oggi non erano possibili. Portandoci a chiederci dove possiamo collocarci in questo nuovo scenario.

Afferma che, attraverso i giovani, si possa leggere il futuro con occhi diversi, abbandonando le certezze ritenute assolute ed incrollabili, senza farsi schiacciare da incertezze distruttive e paralizzanti, bensì ponendosi in un’area di consapevolezza che fa coltivare i propri dubbi in maniera positiva.

Continua illustrando come, per affrontare questo cambiamento, oltre la formazione continua, ci sia la necessità di “cambiare metodo di studio”, smontando le proprie abitudini e dunque disimparando. Questo perché non si può imparare un nuovo processo, se prima non ci si è liberati di pregiudizi precedenti.

I “Senior”, supportati dalla maggior freschezza intellettuale dei giovani, devono prima disimparare quello che credevano immutabile, uscendo fuori da quegli schemi che oggi potrebbero rischiare di ingabbiarci, mostrandoci una realtà limitata e non con una visione a 360°, per poter successivamente reimparare nuove procedure e leggere nuove occasioni di lavoro.

La digitalizzazione ci impone di leggere la realtà cercando una visione di insieme, raggruppando tutti i segnali legandoli con punti comuni, se in questo particolare momento storico della nostra professione non modifichiamo il modo di vedere questo cambiamento, perdiamo chance, occasioni di lavoro, capacità di lettura del futuro.

Non dobbiamo limitarci a leggere il commercio internazionale in funzione alle informazioni che indicavamo nel vecchio “campo 44” della bolla doganale, ma dobbiamo allargare il nostro orizzonte tentando di percepire tutte le sue infinite interazioni.

Come citato ad inizio convegno, da una nostra rappresentante di AnaspeDoganaGiovani, il compito di noi Doganalisti, è quello di aiutare le imprese a fare meglio il commercio internazionale, di cui l’aspetto doganale ne è solo una parte. Definirci specialisti doganali non ci esime dalla necessità di leggere quello che accade intorno a noi.

Per soddisfare il nostro compito di professionisti doganali, dobbiamo cercare di vedere con anticipo dove ci si sta dirigendo, e dove sta andando il commercio internazionale oggi.

Se analizziamo metaforicamente la tabella degli elementi, notiamo che ci sono delle materie prime poco diffuse, sfruttate da Paesi monopolisti in grado di condizionare fortemente i mercati internazionali.

Oppure altre materie, come i lantanoidi, che essendo una parte essenziale delle batterie che alimentano qualsiasi cosa, condizionano fortemente il commercio internazionale. Sono pochi i Paesi che controllano delle materie che condizionano l’intero pianeta, Paesi controllati economicamente a loro volta dalla Cina.

La stessa cosa accade nel mercato dei microprocessori, quasi totalmente gestito da Taiwan, che di fatto ha in mano non solo il commercio internazionale, ma la vita di tutti noi. Non possiamo più fare a meno di nessuno di questi elementi, non solo per alimentare i processi di sicurezza produttivi, ma i microprocessori sono anche alla base dei processi di sicurezza. Questa è una chiave di lettura del commercio internazionale che ci deve essere chiara perché ci aiuta a rendere meno provinciale la nostra attività.

Analizzando meglio la situazione attuale all’interno della quale i Doganalisti sono chiamati ad operare, ci accorgiamo che la digitalizzazione impone uno scenario nuovo, dove i Doganalisti, non sono più in possesso di un documento cartaceo che rendeva tangibile la nostra professione, ma questo, indipendentemente dalla nostra attività professionale, è reso subito disponibile al legittimo proprietario (importatore/esportatore) perché divenuto digitale.

Documento digitale orizzontale che si incrocia con i sistemi pubblici, con i sistemi “proprietari”, consentendo così un dialogo proattivo di una gestione di dati intelligente.  Il Doganalista deve essere in grado di interpretare dati e non solo produrre documenti che, forse in un futuro non verranno più prodotti perché generati in automatico dall’intelligenza artificiale. Intelligenza da temere fintanto che verrà vista come un concorrente, ma se conosciuta e correttamente utilizzata, permetterà di sfruttare nuovi scenari.

Anche il contesto internazionale di oggi è in continua evoluzione, da un lato continuiamo ad assistere ad una serie di semplificazioni normative, quali i nuovi accordi di libero scambio, dall’altra la situazione bellica tra Russia e Ucraina con le conseguenti sanzioni internazionali e quindi della crescente importanza di leve di blocco sul commercio internazionale.

In questo vi è la veloce evoluzione normativa, dove nel 2013 davamo il benvenuto al nuovo codice che avrebbe sostituto quello del lontano 1993. Ora, invece, i tempi si accorciano sempre più ed entro il 2025 assisteremo ad un vero cambiamento. Ad esempio, il potenziamento delle attribuzioni nei confronti delle imprese certificate AEO, e sfruttando la leva digitale, questa sarà sempre più performante nell’utilizzo delle informazioni portando l’informazione doganale coltivata negli ultimi 50 anni ad un’informazione digitale avvicinando, non solo per lessicalità, questi due mondi.

In conclusione, per “ridisegnare disimparando e reimparando”, bisogna staccarsi da termini quali bolletta doganale, dichiarazione doganale, perché da questo momento quello che tratteremo, sono delle pure informazioni che il professionista deve aiutare le aziende a gestire, non solo nel rapporto con l’Agenzia doganale, ad esempio con i nuovi tracciati H e B, ma anche nel rapporto delle aziende stesse. Nel nuovo codice si sta parlando di nuove “dichiarazioni dei fornitori” relativamente alle comunicazioni interne nella UE con riferimento al carattere originario o meno delle merci scambiate con file o xml che entreranno all’interno del sistema dei big data, che deve essere gestito e controllato in maniera logica.

Essendo dunque il tema delle informazioni, il nodo centrale del nostro futuro, la reputazione di chi le fornisce è di assoluta importanza, così come la qualità. Più alta è la reputazione di chi fornisce le informazioni, più alta sarà la qualità e più alta sarà l’affidabilità delle stesse.

Considerato che viviamo di informazioni, dipendiamo dalla catena logistica e più in generale e sempre più importante, è la sicurezza delle informazioni. Facile immaginare quanto sarebbe grave se qualcuno dovesse aver accesso a queste.

L’intervento conclude con la considerazione che la liquidazione del presente ci impone di guardare nel medio e nel lungo periodo tramite differenti strategie, tentando di fare in modo che la digitalizzazione non costituisca quel trattore che, metaforicamente, è stato descritto all’inizio, ma facendo in modo di crearsi delle nuove chance.

Noi, come AnaspeDoganaGiovani, siamo pronti ed orgogliosi di poter essere d’aiuto nell’intercettare queste nuove opportunità unendo la nostra freschezza lavorativa all’esperienza dei Senior, con l’auspicio che la nostra professione sia finalmente valorizzata e riconosciuta come merita.

Erika Dova

AnaspeDoganaGiovani